Autore: mammeinfuga (Pagina 24 di 58)

Oggi sposi! (senza fuga questa volta!)

Scrivere questo post senza scadere nella banalità e senza correre il rischio di essere troppo sdolcinata  sarà veramente difficile. Un po’ perchè, come dice sempre la mia amica Alice, ho questo #maledettocuoredipanna, un po’ perchè sabato è stata davvero una giornata speciale.
Una di quelle giornate che vivi e gusti fino quasi ad ubriacartene e che vorresti non finissero mai.
Sabato 30 maggio, come vi avevo accennato nel mio post precedente (qui trovate il link), la mia ‘sorellina’ si è sposata ed è stata davvero davvero (davvero!) una giornata speciale.

Ho vissuto le ultime settimane con la testa persa fra i mille pensieri e i problemi quotidiani, ma sempre proiettata verso questo giorno. Ha organizzato, gestito, inventato, creato tutto mia sorella quindi il merito di una così bella giornata è tutto suo: io ho solo fornito un supporto morale e logistico. 
Eppure mi sono sentita più agitata e preoccupata di quando ho organizzato il mio di matrimonio! Ma forse all’epoca ero davvero ‘piccolina’ (anni 21) e inconsapevole!
Questa volta invece ho vissuto tutto in maniera diversa e volevo davvero che andasse proprio come mia sorella e suo marito se l’erano immaginato.
 
Alla fine tutto è andato bene: il tempo è stato bellissimo (nonostante le previsioni iniziali poco confortanti!),  gli sposi erano felici e contenti, il posto in cui abbiamo festeggiato era una favola e attorno agli sposi c’era davvero una bolla d’amore e d’affetto tangibile, che ha reso tutto ancora più magico. Abbiamo riso, cantato, ballato, pianto, mangiato (troppo!), bevuto, chiaccherato, fatto foto sciocche…insomma tutto come da tradizione!

E’ stata una giornata bellissima e sono davvero felice per mia sorella, per la sua famiglia meravigliosa e per tutti noi perchè la loro festa è stata anche la nostra!
Servono proprio giornate così a riportarti in equilibrio e in pace col mondo. Per concentrarti solo sulle cose belle, sull’amore, sulla voglia di stare insieme e di costruire ‘insieme’ qualcosa.
 
Dovremmo sposarci o risposarci tutti ogni tanto! 
Fa bene al cuore (forse un po’ meno al portafogli!)

Non una semplice piantina di basilico

Da qualche giorno non riesco a mettere insieme due parole di senso compiuto, figuriamoci a scrivere qualcosa di intelligente.

Succede che all’improvviso mi sento un naufrago sulla sua barca ammaccata dopo una tempesta e sto cercando di valutare i danni, psichici ed economici.

Quando sei in mare aperto, nel bel mezzo di una bufera, non hai il tempo di pensare e devi solo agire. Quello che devi fare è gestire l’emergenza dandoti delle priorità, tralasciando i dettagli. Cioè, se devi pensare a salvarti la vita non importa che il giubbotto salvagente non sia in tinta con il costume, per dire. Non importa neanche che tu abbia o meno il costume, in realtà.

Poi la bufera passa e ti rimangono tanta stanchezza, tante emozioni e tanti ricordi. E le due palle così che farai agli amici per i prossimi anni con i tuoi racconti. E resta un vuoto, un grande buco nero interiore che fa male.
Ecco io sono in quel momento della vita in cui (per ora) il vento si è calmato e sta tornando il sole ed è importante avere addosso almeno il costume e ti fa piacere che sia abbinato al salvagente.
Oh cazzo…e ora?
A furia di gestire emergenze mi ritrovo sommersa da un’ordinaria amministrazione trascurata e impazzita, da sogni usciti tutti insieme dai cassetti e progetti condivisi e insistenti che fremono per essere realizzati.
Un casino, insomma!
Ieri ho fatto una cosa semplice: ho preso carta e penna.

Ho scritto una lista di cose che sono in attesa di essere fatte da un anno. Mi sono spaventata e, dopo aver fatto amicizia con la ruga e il capello bianco che questa lista mi ha regalato, ho iniziato a farle a caso senza logica. Ora devo solo aggiungere la logica e il gioco dovrebbe essere fatto.

La mia voglia di normalità si manifesta in modi strani e così, oltre ad usare un quaderno ed una Bic nera, ho comprato una piantina di basilico.

Non una semplice piantina, ma un’insidiosa voglia di normalità dopo un anno di gestione straordinaria che fa capolino dal balcone di questa casa provvisoria. La voce “casa” è la prima della lista, per la cronaca.

Come si manifesta per Voi la voglia di normalità?
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