Autore: mammeinfuga (Pagina 30 di 58)

Be Still. Fermati.

Credo molto nella serendipità, ne ho parlato già altre volte, del fatto di scoprire cose meravigliose e inaspettate quando sei alla ricerca di altre. Cose che molto spesso sono meglio di quelle che stavi cercando in partenza. A volte sembra proprio che siano le cose a trovare noi, a mandarci il  messaggio di cui abbiamo più bisogno in quel momento. 
Qualche giorno fa su Facebook ho letto questo post, il cui titolo in inglese originale è ‘Be Still’. 
(Questa è una mia traduzione abbastanza libera)

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Negli ultimi due anni sono arrivata alla convinzione che la più grande avventura sia quella di ‘essere fermi’. E così ho avuto modo di sperimentare questa teoria in modo diverso ogni giorno. Questa mattina ad esempio sono stata ferma in questo posto vicino al mare per circa venti minuti.
In un primo momento non ho visto niente. Col passare del tempo, ed ero calma e ferma,  un intero mondo ha cominciato ad emergere. Granchi e piccoli pesciolini e una piccola razza…un mondo, vi dico! Avrei perso tutto questo se avessi camminato via dopo un primo e veloce sguardo. 
Questo mi ha fatto pensare alle persone. Ognuno di noi ha interi mondi, bellissimi, complessi, stratificati, che si agitano sotto la nostra superficie e noi riusciamo a dare il nostro amore e la nostra fiducia a coloro che avranno la pazienza e la capacità di ‘fermarsi’ abbastanza per farci lentamente emergere.

Questa la foto che accompagnava il post – Momastery

Il post si trovava sulla pagina FB di Glennon Melton, Momastery (pagina fb e sito). Chi è lei? E’ difficile dare una definizione che sia adatta: è una blogger americana, una donna, una mamma.  Pochi anni fa (circa quattro), in seguito ad un post privato molto personale scritto su Fb in cui parlava della sua lotta quotidiana contro le dipendenze (dal cibo, dall’alcol) di cui aveva sofferto da ragazza, ha cominciato a ricevere tantissimi messaggi sia in bacheca che personali di persone che avevano trovato conforto ed ispirazione nelle sue parole e nella sua storia. 
Ha cominciato così a creare una piccola pagina Fb e nel giro di pochi anni è cresciuta tantissimo ed è diventata una vera e propria comunità di donne che si aiutano, che parlano, che si confrontano. Nel frattempo lei ha scritto un libro, tiene discorsi in giro per tutta l’America ed è riuscita a creare un vero e proprio ‘movimento’ di donne che si sentono simili e unite dalla ‘non-perfezione’ e al tempo stesso dalla meraviglia delle proprie vite. Io la leggo sempre, mi piace molto ciò che scrive (e come lo scrive) e mi trovo spesso a riflettere sui suoi post.
Come questo piccolo post, ad esempio.
E’ capitato in giorno in cui ne avevo davvero bisogno.
Ero come sempre di corsa, presa in mille cose diverse, ansiosa e preoccupata di dimenticarne qualcuna, di farne qualcuna male. Di ‘adempiere’ al mio ruolo di mamma-moglie-donna-impiegata in modo non corretto. E davvero in alcuni di questi momenti non ho tempo per nulla, nemmeno per pensare, presa come sono dalle scadenze e incombenze che devo (mi impongo!) di  rispettare. Perchè voglio comunque riuscire a far tutto, a tenere insieme tutti i pezzi, ad arrivare ad essere all’altezza di questo standard ideale che mi sono fissata da sola. Solo che per farlo divento quasi pazza. 
Sono nervosa, agitata. Pur di far tutto e di cercare di farlo bene alla fine faccio poco e male. 
E l’altro giorno, in una giornata di queste un po’ storte così, ho letto velocemente queste parole e ho pensato che fossero state scritte per me, perchè le leggessi proprio in quel particolare momento.
E allora mi sono fermata un attimo, ho fatto un lungo respiro e sono ‘stata ferma’.
L’espressione ‘Be still’ è un po’ difficile da tradurre bene in italiano. Come sempre la lingua inglese è più semplice e diretta e con solo due parole riesce a rendere davvero un mondo di intenzioni e di significati. La lingua italiana, con la sua ricchezza e bellezza, a volte riesce a farlo a fatica.
‘Be still’ letteralmente significa ‘stare fermi’, anzi qui viene usata all’imperativo: ‘Stai fermo’.
E’ un monito, una cosa di cui ogni tanto abbiamo davvero bisogno di ricordarci: fermarci per non perdere troppe cose lungo la strada. 
Fermarci per avere il tempo di capire davvero ciò che sta succedendo.
Fermarci anche solo a guardare la bellezza di un tramonto, i nostri figli che dormono, la bellezza di un fiore.
Fermarci nel momento presente e viverlo.
Non essere solo e sempre proiettati a far cose che rendano migliore un nostro ‘momento’ futuro, e che ci sembrano così importanti e vitali. 
Fermarci per renderci conto di quante cose a volte ci perdiamo, prese come siamo nelle nostre giornate passate a correre da una parte all’altra, a cercare di far quadrare tutto, a far si che tutto sia come vorremmo che fosse. Dobbiamo davvero imparare a fermarci, a stare tranquille e a guardare con occhi diversi il presente, l’attimo che stiamo vivendo.
Vale per qualsiasi aspetto della nostra vita.
Quante volte abbiamo pensato che quello che stavamo facendo non fosse abbastanza, senza valutare tutta la fatica e l’impegno che ci avevamo comunque messo per arrivare fino a lì?
Vale anche per le persone: quante volte le abbiamo giudicate frettolosamente e senza aver la voglia e il tempo di capire qualcosa in più di loro, della loro vita e delle loro lotte personali? 
Vale anche (e soprattutto!) per noi stesse: quante volte abbiamo ignorato tanti piccoli segnali che il nostro corpo e il nostro cuore ci hanno mandato, quante volte abbiamo sottovalutato ciò che ci rende felici perchè in quel momento avevamo altro che ci sembrava tanto più importante da fare? Per poi magari arrivare a fine giornata avendo sì, eliminato tutte le voci dalla nostra ‘To do list’, ma sentondoci comunque nervose, insoddisfatte e per nulla felici?
Ecco, quello è davvero il momento di fermarsi. 
E’ quello che voglio impegnarmi e ricordarmi di fare ogni giorno di più. E’ quello che vi auguro oggi scrivendo questo mio piccolo post: spero che anche per voi arrivi proprio nel momento in cui ne avete maggiormente bisogno, proprio come è successo a me. 
Proviamoci, tutte insieme.
BE STILL.
 
 

Riflessioni sull’Amicizia

Ieri il Grande Nano è partito per la sua prima gita scolastica con notte fuori (da quest’anno mi ci dovrò abituare alla velocità della luce).
La sveglia è suonata alle 5.30. Un controllo rapido della valigia, le ultime raccomandazioni, un saluto e via verso il ritrovo al pullman.
Complice un’alba di tutto rispetto mi sorprendo assorta in un mare (o dovrei dire lago?) di riflessioni.

 

Prima fra tutte è che a volte vorrei essere come mio marito con la sua grande capacità di pensare ad una cosa alla volta, senza sfumature, neanche cinquanta di grigio.
Per lui gita uguale gita.
Per me gita uguale a : preparazione borsa con abbigliamento adatto ad affrontare qualsiasi condizione atmosferica e qualsiasi tipo di imprevisto, organizzazione medicine e documentazione dettagliata per gli insegnanti con piano terapeutico in caso di emergenza, varie ed eventuali (la parte più complicata), ansia.

Un episodio, accaduto l’altro ieri, in particolare mi ha fatto riflettere.
In classe i compagni di mio figlio hanno discusso di come dividersi per la notte nelle camere e si sono organizzati per una festicciola a suon di bibite e patatine, escludendo completamente “quello nuovo”. Come se non esistesse, come se questa cosa non lo facesse stare male fino a piangere di dolore. Si chiama bullismo, se non lo sapete cari ragazzi, ve lo dico io. E anche care mamme.
Ma si sa il gruppo è il gruppo e prevale sull’individuo. Pur di piacere al gruppo si calpesta chi, pur conoscendoti da poco, ha creduto in te, ti ha voluto bene, ti ha difeso di fronte a chi ha cercato di farti del male e ti ha sostenuto nei momenti di difficoltà.
Ma non voglio entrare nel merito, lui sa che questa situazione è provvisoria e conosce il valore dell’amicizia, il rispetto, la stima e la disponibilità reciproca, e non a senso unico, che servono per essere veri amici. Di questo ne sono sicura, glielo insegno da quando era piccolo. Io per prima ci credo veramente e cerco di dimostrarlo con i fatti.

La mia riflessione è andata oltre ed è arrivata fino a me. Anch’io non ho avuto grandi occasioni per fare amicizia da quando vivo in trasferta o forse semplicemente non le ho cercate. Nel mio caso se c’è un colpevole sono io.
Però non mi sento mai sola, pur nella mia solitudine. Da questo punto di vista sono fortunata.
Sento di aver costruito negli anni legami che sanno andare oltre alle distanze e al tempo che passa.

Oltre a questo ho cercato di sfruttare le potenzialità della rete e, inseguendo i miei sogni e lavorando sui miei progetti, ho conosciuto on line bellissime persone, alcune delle quali sono magicamente diventate amicizie reali.

So che posso sempre contare sull’appoggio di qualcuno in qualsiasi momento, so che se dovessi scrivere ad un’amica “Ho bisogno di te” non dovrei aspettare più’ di trenta secondi per ricevere la sua telefonata e per l’attivazione di un team di risoluzione del problema. Cerco di non farlo, ma so che potrei. E non è poco.

 

https://www.facebook.com/tragenioefolliapaginaufficiale

 

So che se questa mattina partissi per una gita questa notte sarei in camera con qualche Amica a ridere, a bere birra e a mangiare patatine. Tutto quello che sogno in questo giorno per mio figlio, birra esclusa.

 

 

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