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Che ci facevo domenica alla Milano Marathon?

Ho una certa età, sono piena di acciacchi, mangio come un bue e non mi alleno…che ci facevo domenica alla Milano Marathon?

Il pagliaccio?

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Una sfilata di moda?

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L’infiltrata?

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 Un corso di alimentazione per runners?

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 Ho rimorchiato?
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Secondo voi?

Ho fatto festa…ecco che ci facevo!

Ho fatto finta di correre immaginando di volare per circa  undici km godendomi le vie di Milano, ho incontrato Amiche di vecchia data e Amiche recenti  ho rivisto persone che non vedevo da circa 25 anni,  ho abbracciato, stretto mani, sorriso, parlato, sudato, mangiato, riso di gusto. Ho provato così tante emozioni da arrivare a sera stordita dalla gioia e da non poterle incanalare in un post.

E sono pure arrivata al traguardo. Certo ci sono arrivata con tre vesciche, un crampo alla gamba sinistra ed un’infiammazione ad un nervo sotto al piede destro, saltellando su una gamba sola, e con quattro cannoli siciliani nello stomaco, ma mano nella mano con l’affetto e la solidarietà di donne splendide alle quali non importa se mi alleno poco e mangio cannoli prima di una gara.

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Ce la siamo meritata la medaglia? Io dico di sì.

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Abbiamo fatto  parte del grande progetto di Rare Partners che raccoglie fondi per la ricerca contro le malattie rare, portato avanti con amore e passione da persone eccezionali.

Insomma…ho fatto una fuga con i fiocchi!

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Grazie a tutti.

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ADESSO

Qualche settimana fa sono stata alla presentazione dell’ultimo romanzo di Chiara Gamberale. Il romanzo si chiama ADESSO e a presentarlo c’era proprio lei.

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Premetto che ho letto quasi tutti i suoi romanzi (tranne quello scritto a 4 mani insieme a Massimo Gramellini) e mi piace molto quelle che scrive e come lo scrive.

Vederla dal vivo è stata solo una conferma dell’idea che mi ero fatta di lei attraverso le parole e le storie dei suoi romanzi. E’ una cosa che faccio sempre, e che penso sia abbastanza comune, cercare di capire ‘quanto’ di un autore ci sia nei suoi personaggi. Leggendo i libri di Chiara ho avuto spesso la sensazione che in qualche misura si sovrapponessero e durante la presentazione un po’ me lo ha confermato lei stessa.

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Ha parlato e risposto a domande per circa un’ora raccontando di come scrivere sia sempre stato il suo sogno e la sua necessità, fin da bambina. Ci ha parlato di un tema scritto alle elementari in cui già era chiaro in lei questo desiderio e ci ha anche detto che se non avesse scritto, ora sarebbe ‘disperata’ (sue esatte parole!).

Chiara ha parlato e chiaccherato con noi, serenamente ci ha invitato ad entrare nel suo mondo e nei suoi personaggi, nelle sue storie, nel suo ADESSO.

Ma che cos’è questo ADESSO che dà il titolo al romanzo e che troviamo così tante volte all’interno delle sue pagine? Adesso è un momento di cambiamento, di trasformazione. E’ quando ti innamori e non c’è niente che tu possa fare per resistere. Non è qualcosa che accade o succede tutti i giorni. E’ il momento per cui tutto il resto del  tempo non è altro che preparazione.

E’ il momento in cui sentiamo che ‘sta per succedere’, in cui abbiamo paura, in cui vorremmo scappare. Ma è anche il momento stesso in cui decidiamo di fermarci, di smettere di fuggire e in cui proviamo, semplicemente, a vivere.

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Tutti i personaggi di questo libro, non solo Lidia e Pietro i due protagonisti pricipali, stanno vivendo in qualche modo il loro ADESSO.

E’ come una corsa inarrestabile, una attrazione incontrollabile che ci trascina e ci porta esattamente dove dovremmo essere. La parte più difficile è semplicemente accettare questo momento e viverlo per quello che è.

Abbandonare le paure che ci tengono la mano e lasciarci andare.

” Perchè adesso non si pensa.  Adesso arriva, adesso fa tutto da solo”.

Alla ricerca costante di un equilibrio tra il nostro bisogno di mettere radici, di accettare compromessi e quello di restare indipendenti, fedeli a noi stessi.

Tutto quello che succede prima di adesso è una corsa che assomiglia ad una fuga, ma invece è una ricerca costante. E’ imparare a mettere in qualche modo la nostra felicità nelle mani degli altri, avendo come presupposto la nostra e la loro complessità, tentando di rispettarle.

“Il solo atto di forza di qualsiasi essere umano è prendere atto delle proprie fragilità”.

Avrei tantissime cose da dire su questo libro, ma non voglio svelarvi troppo perchè vorrei che lo scopriste voi stessi attraverso la lettura delle sue pagine. Io l’ho divorato.

Era il mio ADESSO in quel momento. Mi ha fatto pensare e riflettere, in tanti punti mi sono davvero ‘persa per ritrovarmi’, come noi Mamme in fuga tanto spesso diciamo.

Una cosa che mi ha fatto sorridere è il modo sempre diverso in cui il cuore viene chiamato durante tutto il romanzo. Forse mai con il suo nome proprio, ma sempre invocato un po’ come il colpevole di tutto ciò che ci accade, che si prende e si fa beffa di noi e delle nostre emozioni e delle nostre paure: rosso buffone, mollusco invertebrato, muscolo involontario. Le ho annotate tutte sulla prima pagina.

Mi è sembrato che chiamandolo così Chiara abbia cercato in qualche modo di esorcizzare il potere che esercita su di noi, che ci fa compiere gesti inaspettati, che ci sorprende diversi da noi stessi, ormai coinvolti e proiettati in quell’ADESSO che abbiamo così a lungo aspettato, grazie all’amore, quella ‘pallina all’altezza della pancia’ che ci fa capire che quello che stiamo facendo, anche se ci fa paura e ci sembra sbagliato, in realtà è semplicemente vero e reale. Ed è la sola cosa giusta fare.

Vivere adesso.

Amare adesso.

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