Categoria: ROBERTA (Pagina 4 di 38)

Contemplando i fiori di ciliegio…

Avete mai sentito parlare dell’HANAMI?

È una parola giapponese che significa letteralmente ‘guardare i fiori’ e fa riferimento alla tradizionale usanza di godere e contemplare la bellezza della fioritura primaverile degli alberi, in particolare quelli di ciliegio, i cui fiori sono detti Sakura. La fioritura del ciliegio infatti dura pochi giorni, poco più di una settimana, ed è simbolo di fragilità e delicatezza, ma rappresenta anche la rinascita e il ‘ritornare alla vita’. Fermarsi a guardarlo e contemplarlo rappresenta, soprattutto in Giappone, un rituale ed un momento di festa, che porta la gente a fare dei veri e propri pellegrinaggi per poterli ammirare.

Vedendo le foto che compaiono ovunque in questo periodo in internet, ho sempre sognato un giorno (chissà!) di poter essere anch’io tra i fortunati che fanno un viaggio in Giappone proprio per poter assistere a questo bellissimo e poetico fenomeno: sono una inguaribile romantica, che ci posso fare? 🙂 (Non nego che essere cresciuta anche a pane e cartoni anni ’80 non abbia contribuito ad alimentare la mia fantasia in questo senso!).

Pensate la mia meraviglia e il mio stupore quando ho scoperto che potevo assistere a questo spettacolo a pochi, pochissimi passi da casa mia! Un paio di anni fa infatti, ho saputo (grazie Facebook 😉 ) che proprio qui vicino esiste uno dei più grandi ciliegi d’Italia! Un ciliegio secolare che si trova in un campo e che ogni anno richiama moltissimi visitatori e curiosi.

Alcune fonti dicono che sia il più grande d’Italia, altre ‘solo’ della Lombardia, altre ancora dicono il più grande d’Europa: non sono certa di quale sia la versione corretta, ma quel che so di sicuro è che questa pianta è imponente ed ha un fascino incredibile.

È da un paio d’anni quindi che so della sua esistenza e conosco persone che sono andate a visitarlo, ma fino a quest’anno, io non c’ero ancora riuscita! Il primo anno l’ho scoperto troppo tardi, il secondo ‘me ne sono dimenticata’ fino a quando ormai il periodo propizio era già passato, il terzo anno (l’anno scorso) ero pronta ed agguerrita, ma…me lo sono persa ancora!

Volete sapere come è andata? Un pomeriggio dello scorso anno, pronta e gasata come chi si appresta a vivere una grande avventura, ho caricato i miei tre figli in macchina e, armati di cellulari e macchina fotografica, siamo partiti per riuscire  a vedere ed immortalare il famoso ciliegio.

Avevo cercato le informazioni su internet, avevo il navigatore pronto e mi sono detta che avrei chiesto informazioni più dettagliate una volta arrivata lì. Risultato? Ho girato per circa due (non esagero!) ore con degli adolescenti lamentosi in macchina, in un pomeriggio caldo e assolato, seguendo un navigatore che mi sembrava impazzito e senza riuscire a raggiungere il mitico ciliegio. Alla fine, sconfitta e in preda ad un certo senso di frustrazione, ho rinunciato e  siamo tornati a casa, con tappa in gelateria per il primo gelato della stagione come piccola consolazione.

(Immortalato qui in tutto il suo splendore 😀 )

Quest’anno ero partita nuovamente con tutte le buone intenzioni, invece una serie di eventi mi stava facendo rischiare di perdermelo ancora (non da ultimo il mega temporale di qualche sera fa, che temevo avrebbe fatto cadere tutti i fiori).

Insomma, per farla breve, pensavo ormai di aver perso la mia occasione un’altra volta. 🙁

Mercoledì pomeriggio però ero a casa e avevo anche l’umore un po’ così così. Mi sono detta: ci provo! Ho letteralmente ‘rapito’ mia figlia Giorgia (che all’inizio non aveva molta voglia, ma sappiamo bene che gli adolescenti vanno sempre un po’ stimolati a fare le cose, soprattutto insieme a noi. Anche a costo di un piccolo ricatto 😉 ) e, sul fare del tramonto, siamo partite all’avventura. Con poche speranze, a oner del vero, visto l’insuccesso dell’anno precedente e l’ora un po’ tarda. Ma armate di macchina fotografica e piene di voglia di svoltare la giornata!

E che dire? Non solo siamo riuscite ad arrivare alla meta in pochissimo tempo,  ma anche nel momento giusto per assistere ad uno spettacolare tramonto, con pochissime persone attorno.

Ne è valsa la pena? Lascio giudicare voi, guardando un po’ delle foto che abbiamo scattato. 🙂

Per noi è stato bellissimo e abbiamo cercato di rispettare la tradizione giapponese: non solo fare foto da mostrare e condividere, ma prenderci del tempo, in pace, tranquille, per contemplare ed ammirare questo meraviglioso spettacolo della natura. Che ci ricorda quanto siamo piccoli e anche fortunati a poter godere ed apprezzare di certe cose. Che ci ha fatto sentire davvero minuscoli, al cospetto della maestosità del ciliegio. A ricordarci che a volte, davvero, non serve andare lontano, ma basta prendersi il tempo per godere ed apprezzare certe magie che la natura (a volte proprio dietro casa!) ci offre. <3

Forte ormai della mia ‘esperienza’, ecco un paio di info e curiosità che vi potranno essere utili se deciderete di visitarlo (per quest’anno avete ancora qualche giorno di tempo!).

Curiosità:

  • Si dice che sia stato piantato circa un secolo fa, legato alla costruzione della cascina che c’è lì vicino.
  • La sua fama è tale che nel 2014 una sua talea (ramo con gemme che viene usato per far crescere una nuova pianta) è stata piantata a Roma all’interno del ‘Giardino dei Patriarchi’ sulla via Appia Antica, un’area con 20 alberi nati per talea dai patriarchi verdi di tutte le regioni d’Italia.
  • Il Ciliegio si trova su un terreno privato e ci sono dei volontari che si prendono cura di lui e di diffondere le notizie sullo stato della fioritura, attorno però ci sono dei campi coltivati ed è importante rispettare la natura nel momento in cui si decide di visitarlo: quindi attenzione a non calpestare i calpi o a lasciare ‘tracce’ (spazzatura o altro) del vostro passaggio.

Come raggiungerlo:

  • La posizione esatta del Ciliegio la trovate anche su Google Maps (questo il link), ma, dato che è possibile arrivarci solo a piedi dopo una passeggiata di circa 10 minuti, bisogna lasciare la macchina in alcuni punti strategici e poi proseguire a piedi.
  • Esistono diverse alternative, io ho parcheggiato in Via Cremonina a Besana in Brianza, Frazione Vergo-Zoccorino (ecco il link). Lasciate la macchina quando la strada diventa sterrata, seguite il sentiero e girate a destra dopo la cascina. Dopo i giri a vuoto dello scorso anno, vi consiglio decisamente questa opzione. 🙂

Per qualsiasi altro dubbio, chiedete pure e sarò lieta di darvi altre indicazioni!

Buona Hanami a tutti!!

 

 

Uno specchio

Più o meno due anni fa avevo scritto questo post (lunghissimo!) che avevo intitolato ‘Attimi in fuga’ (qui trovate il link).

Proprio l’altro giorno mi è tornato in mente e sono andata a ripescarlo nel blog.

Confesso che rileggerlo mi ha fatto scendere ben più di una lacrimuccia e ha suscitato in me emozioni davvero fortissime. Un po’ perchè  mi ha fatto ripensare a quei momenti, un po’ perchè mi sono resa conto di quante cose siano cambiate in questi soli due anni.

Allora,  mia figlia Alice aveva sedici anni e io mi trovavo a cominciare a fare i conti con tante sfide e situazioni tipiche dell’adolescenza, a cui (per quanto ci provassi e ci stia provando tuttora!), non mi sentivo mai realmente preparata. Ora, passati questi due anni, mi rendo conto che il ‘bello’ stava solo per venire. Ancora non sapevo a quante sfide quotidiane i miei figli adolescenti mi avrebbero messo costantemente di fronte. A quante volte sarebbero andati in crisi, ed io con loro. A quanti dubbi e domande mi sarei posta ogni volta che sarebbero venuti da me in cerca di un consiglio. A tutte quelle situazioni in cui avrei dovuto cercare di sembrare sicura e tranquilla, quando in realtà magari ero solo più confusa e spaventata di loro.

Pensiamo sempre di essere noi ad avere qualcosa da insegnare ai nostri figli, ma la verità è che molto spesso siamo noi ad imparare da loro. Ci spingono a metterci in discussione ogni giorno, ci spingono a fare i conti costantemente con parti della nostra vita e con certe nostre paure e ansie, che avremmo invece preferito ignorare. Ci portano ogni giorno a confrontarci con noi stessi, con le persone che siamo diventate, ad interrogarci su ciò che stiamo facendo.

E le risposte non sono sempre belle. O facili.

Perchè per quanto possiamo sforzarci di insegnare loro come muoversi e come agire, per quanto possiamo ‘teoricamente’ dire loro come comportarsi e cosa devono fare, la verità è che imparano soprattutto guardando il NOSTRO esempio e il NOSTRO modo di reagire e di affrontare le situazioni della vita di ogni giorno.

Un po’ come quando erano piccoli e ci stupivamo di scoprire in loro certi nostri gesti, certe nostre parole o espressioni e ci meravigliavamo di questa somiglianza, di quanto fossero così uguali a noi in tante piccole, minuscole cose.

Proprio come allora, i nostri figli non smettono mai di guardarci e nell’adolescenza soprattutto, il nostro modo di vivere ed affrontare le cose li influenza e condiziona tantissimo. Nel bene e nel male. Anche quando non ci sentiamo l’esempio migliore da seguire e a parole cerchiamo di convincerli a comportarsi in un modo totalmente diverso.

Anche se loro, in questo periodo, tutto quello che vorrebbero fare (e che spesso cercano di fare disperamente!),  è quello di essere il più possibile diversi da noi.

In questo momento sto davvero realizzando questa cosa e a volte mi spaventa un po’.

Questa sono io, in una foto bellissima scattata da Barbara

Proprio perchè mi costringe a guardarmi dentro,  a riportare a galla la mie di ansie e preoccupazioni di adolescente. A fare i conti rimasti in sospeso con certe parti del mio carattere, del mio modo di essere, di affrontare la vita e le sue mille situazioni differenti. Ad affrontare nuovamenti certe insicurezze e paure che avevi nascosto dentro di te, ma non superato.

Insomma, avere dei figli (soprattutto adolescenti), ti costringe a metterti davanti ad uno specchio e a guardarti dritto negli occhi. E io non sempre sono felice di quello che vedo.

Vorrei essere una madre migliore, vorrei riuscire a trasmettere loro meno della mia ansia e delle mie insicurezze. Eppure mi rendo conto che sono parte di me e che loro sono ormai troppo grandi per potergliele nascondere.

Non possiamo sempre fingere che tutto vada bene, quando certe giornate ci mettono a tappeto. Non possiamo essere sempre allegre e sorridenti. Fingere, come quando erano piccoli, raccontando loro che non stavamo piangendo, ma che c’era solo entrato qualcosa in un occhio. Ora sono grandi abbastanza per vedere il nostro dolore, anche se magari non ancora pronti a capirlo.

Sono molto felice ed orgogliosa dei miei figli, sia chiaro. Si stanno trasformando in tre persone stupende. A volte mi sento la mamma più fortunata del mondo, perchè li vedo sereni e sicuri ad affrontare il futuro. Li vedo gestire con coraggio e sicurezza certe situazioni che avrebbero mandato in crisi la me stessa adolescente e non posso che essere felice di questo.  Eppure, allo stesso tempo, non posso fare a meno di provare una fitta al cuore le volte in cui rivedo in loro certe mie debolezze, certe parti del mio carattere che non amo, certi modi di reagire alle situazioni che non avrei mai voluto insegnare loro.

Dobbiamo dare loro dei consigli, quando certi giorni siamo noi stesse ad averne bisogno. Li abbracciamo forte e diciamo loro di non avere paura, quando siamo noi stesse le prime ad essere spaventate. Diciamo loro che tutto andrà bene, quando vorremo qualcuno che lo dicesse a noi.

Insomma, i figli adolescenti sono una sfida continua, sanno metterci in crisi come poche altre cose nella vita, eppure sono anche l’occasione incredibile e straordinaria di crescere ed imparare ogni giorno.

E, in qualche modo, di farlo INSIEME. Credo che il segreto sia di non avere paura di mostrarci nelle nostre fragilità, di far vedere a loro (e in qualche modo anche a noi stessi!), ciò che c’è davvero dentro quello specchio in cui guardiamo e che un po’ ci fa paura.

Perchè sono loro il nostro specchio.

E non serve fingere o guardare da un altra parte.

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