Soffro della sindrome del Niagara

 

 

Aprendo l’ennesimo cartone post trasloco trovo fra i libri della mia giovinezza un manuale di psicologia del cambiamento di Anthony Robbins, un libro letto in un periodo in cui ho tentato con tutta me stessa di mettere le basi per diventare una donna forte ed indipendente.

Inizio a sfogliare le pagine ingiallite e resto abbagliata da tutte le parole evidenziate in verde che potrebbero raccontarmi di una me di circa venticinque anni fa: l’emozione è forte. So che fra quelle righe ritroverò la ragazza che ero che renderà palese la discordanza con la donna che sono diventata. E sento che il gap potrebbe anche non piacermi. Ma io amo il rischio.

Apro una pagina a caso: pagina 37.

“Molti infatti vivono quella che io chiamo ‘la sindrome del Niagara'” scriveva Anthony “Secondo me la vita è come un fiume e la maggior parte degli uomini si lancia in questo fiume senza sapere esattamente dove vuole andare a finire. Così, in breve tempo, si lascia prendere dalla corrente: dagli eventi correnti, dalle paure correnti, dalle sfide correnti. E quando arriva a una biforcazione del fiume, non riesce a decidere consapevolmente da che parte andare, o qual è la direzione giusta. Si limita ad ‘andare con la corrente’. Entra a far parte della massa di persone che si lasciano guidare dall’ambiente invece che dai loro valori. Di conseguenza, sente di aver perso il controllo. E resta in questo stato di incoscienza fino al giorno in cui il fragore dell’acqua la sveglia e si rende conto di stare a un paio di metri dalle cascate del Niagara, in una barca senza remi. A quel punto, esclama ‘Accidenti!’. Ma ormai è troppo tardi . Finirà per precipitare. A volte il crollo è emozionale. A volte fisico. A volte finanziario. ”

Ironia della sorte, questo libro compare in un periodo della vita in cui sono totalmente in balia della corrente dopo aver subito un crollo emozionale, un crollo fisico e sfiorato un crollo finanziario. Sento che è un segno, un messaggio che tanti anni fa ho voluto mandare alla futura me. Improvvisamente la ragazza che ero e la donna che sono diventata smettono di odiarsi e fanno la pace, fino a ritornare ad essere la stessa persona. Una persona che mi regala finalmente comprensione e che mi permette di vedere con lucidità che la causa di questa deriva non sono io, ma tutte quelle circostanze negative che si sono verificate in sequenza rapida una dopo l’altra travolgendomi (e ho anche due figli adolescenti!).

Sento che è tardi per iniziare a remare serenamente come se nulla fosse, ma ora so che posso salvarmi: devo solo trovare il modo.

 

 

Parole di

Disegni di

 

 

2 commenti

  1. Grazia

    Che bel post! Mi trovo esattamente in questo periodo della mia vita, in cui mi sembra che la corrente voglia portarmi lontano da dove in realtà vorrei arrivare. Spero di non trovarmi a breve vicino alle cascate, altrimenti rischio di non avere un paracadute tra le mani!

  2. Mamme in fuga

    Grazie Grazia. Ti auguriamo di non arrivare vicino alle cascate, ma di riuscire ad andare dove vuoi. In bocca al lupo.

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