Qualche settimana fa su Instagram ho visto questa foto:

https://instagram.com/p/zdmEE2nZap/?modal=true
Joy Prouty su Instagram

 Questa è la traduzione di quello che c’era scritto sotto:

“La defizione di un seme è ‘un ovulo fertile di una pianta che contiene un embrione, ed è in grado di produrre un nuovo impianto, qualcosa da cui ha origine la crescita’. Fermiamoci a pensare per un momento: questi piccoli semi sono un vero miracolo! Nuovi amici sono venuti a trovarci ieri sera e ci hanno portato tantissimi semi da condividere con noi. Semi che loro hanno avuto la fortuna di avere e che hanno deciso di donare, e che noi continueremo a donare a nostra volta.  Con grande gratitudine apprezziamo ed apprezzeremo il loro dono consapevole, seminando i loro semi nel nostro giardino, gridando di gioia quando vedremo i primi germogli spuntare dal terreno. Li vedremo crescere alti come i nostri figli e li raccoglieremo come una famiglia e mangeremo e nutriremo il nostro corpo e condivideremo nuovamente con gli amici la gioia di una cena, parlando e gustando il frutto che è nato solo dalla condivisione di un ‘inizio’.  Semi, non riesco ad immaginare dono più grande

Proprio come un piccolo seme, queste parole hanno cominciato a crescere dentro me e così, dopo qualche giorno, sono dovuta tornare a cercarle per rileggerle. E’ incredibile quanto una piccola foto, e le riflessioni che l’accompagnavano, mi abbiano così profondamente colpito.
Seguo da qualche anno Joy Prouty su IG e sul suo sito (http://wildflowersphotos.com): lei è una fotografa americana con una grande famiglia che vive in una fattoria nel Montana. Una vera fattoria con caprette e pecorelle, di cui lei e il marito si prendono cura. Fa studiare a casa i propri figli, produce gran parte del suo cibo in maniera autonoma, alleva animali. Tiene workshop di fotografia in giro per l’America e spesso anche nella sua fattoria. Lavora ad uncinetto e crea bellissime coperte di quilt. Insomma, una di quelle storie che a volte sembrano ‘troppo’ di ogni cosa per essere vere e reali.

E invece la sua lo è. E le sue scelte sono spesso difficili e tormentate e lei ne parla e ‘condivide’ con chi la segue i suoi pensieri, le sue perplessità. I dubbi sulle decisioni che prende per sè e per i proprio figli. Come tutte noi mamme, donne, si sente sempre in obbligo di fare il massimo per la propria famiglia, anche se questo ‘massimo’ non sembra mai abbastanza.

Eppure ho proprio pensato che questa storia dei semi è davvero incredibile.
La metafora perfetta della vita, della nostra vita da mamme.
E come mamma forse è uno dei messaggi più importanti che possiamo (e dobbiamo) trasmettere ai nostri figli e a chi ci sta intorno.

Prenderci cura e custodire qualcosa, un seme, che ‘in potenza’ è già una pianta forte e rigogliosa.
Dobbiamo insegnare a capire quanto è grande il loro valore. E che noi dobbiamo fare il nostro meglio per ‘farlo crescere’ e germogliare, come è nella sua natura. Ma che non possiamo proteggerlo da tutto ciò che lo circonda, perchè anche se annaffieremo il nostro seme con cura e lo metteremo nella posizione migliore per favorire la sua crescita, potrà sempre capitare un inverno freddo che geli il terreno, o un’estate torrida senza pioggia che lo renda arido e inadatto.
Noi dovremo assicurarci di aver fatto tutto il nostro possibile, ma poi il seme crescerà da solo.
Deve solo essere messo nelle ‘condizioni migliori’ per fare in modo che possa esprimere e far produrre frutti a tutto ciò che è già dentro di sè.

Non è forse questo il compito di ogni mamma, di ogni famiglia, nei confronti dei proprio figli?

Non è forse la lezione più bella che possiamo insegnare a loro? Credere in loro stessi, nelle loro capacità, nei loro sogni. Perchè loro sono già tutto ciò che sognano di essere. Possono già realizzare grandi cose. A noi spetta credere nel loro potenziale, a loro (e loro soli) il compito di farlo crescere.

Prendersi cura anche di un piccolo, e apparentemente insignificante, seme perchè sappiamo ‘cosa’ è in grado di fare. Dobbiamo farlo noi con loro, e loro con la loro vita.

Spero davvero di riuscire a trasmettere questo ai miei figli e se ogni tanto me ne dovessi dimenticare, oggi ho preso un piccolo seme e lo pianterò in un vasetto. Un po’ come quegli esperimenti che ti fanno fare da bambini con i semi di lenticchia e un po’ di ovatta.

Per guardarlo crescere e germogliare e per ricordarmi di quanto valore ha.