Sembra ieri, invece è già passato un anno.
Cercavamo la scuola presso la quale trasferire te e tuo fratello e, per caso, abbiamo visto dietro ad una vetrata un ragazzo impegnato nel suo esame di terza media seduto di fronte ad una commissione.
Ci era parsa una cosa spaventosa, ma lontana.
Invece un anno è volato, e l’altro ieri dietro ad una vetrata seduto di fronte ad una commissione c’eri tu. Lo so perché ho sbirciato.
Io ero fuori, un po’ camminavo un po’ stavo su una panchina. Mi scappava forte la pipì.
Ti ho accompagnato io a sostenere il tuo orale. In un’altra vita saresti andato ad affrontare sia gli scritti che l’orale a piedi. Scuola-casa cinque minuti a dire tanto, in compagnia dei tuoi amici.
In questa no, ti ho dovuto accompagnare in macchina e ti ho dovuto aspettare a lungo, perché in questo momento le cose stanno così.
La mattina siamo usciti presto e abbiamo portato tuo fratello al Grest. Ti guardava preoccupato come tu guardavi quel ragazzo dietro alla vetrata. Tra un anno tocca a lui e un anno passa in fretta.
Ti ho portato in quella pasticceria in riva al lago dove gli uccellini vengono vicini vicini a mangiare il croissant in compagnia. In questa vita gli uccellini non hanno paura.
Quella notte non abbiamo dormito. Ad un certo punto sei venuto nel lettone con i tuoi 14 anni e il 43 di piede. Ti ho abbracciato senza pudore, se sei venuto lì e perché ancora hai bisogno di un mio abbraccio. Siamo rimasti così fino al mattino. Tu che stai diventando grande  e io…anche.
Hai rischiato di doverli rimandare questi esami. Due giorni prima dall’inizio degli scritti ti sei svegliato con la febbre, il mal di gola e la ghiandole gonfie. Abbiamo saputo che una tua amica aveva la varicella e tu la varicella non l’hai mai fatta. Ci siamo svegliati per cinque mattine controllando se avevi le macchie. Non sono mai arrivate e la febbre se ne è andata.
Hai rischiato più volte di arrivare in ritardo a questi esami. Ho bucato una gomma, da quando ho la patente non mi era mai successo. Una mattina è anche saltata la corrente e il cancello elettrico non si apriva, naturalmente non abbiamo le chiavi. Non racconterò come abbiamo fatto ad uscire.
Invece sei arrivato in fondo. Cinque giorni di scritti e l’orale.
Mentre io imprecavo e cercavo soluzioni e sbattevo la testa contro il muro tu non ti sei mai scomposto.
L’altro ieri sei sceso dalla macchina con la tua borsa porta computer serio e teso, ma pronto per affrontare il tuo primo esame ufficiale. Dico ufficiale perché esami la vita te ne ha fatti superare tanti. E tu li hai tutti brillantemente superati.
Anche questo.
Congratulazioni mio piccolo grande super eroe, ora goditi le vacanze.