Caro diario…

 
L’ultimo post scritto da Barbara mi ha fatto molto riflettere.
Anche io ho sempre adorato scrivere, era la mia vera passione e poi ad un certo punto ho smesso. Basta, più nulla. Se escludiamo piccole cose qua e lá. Mi sono chiesta perché, che cosa sia successo ad un certo punto della mia vita che mi abbia fatto abbandonare una cosa che così tanto amavo.

Da ragazzina tenevo diari (che ancora conservo!) su cui annotavo qualsiasi cosa mi capitasse o mi passasse per la mente. Portavo questi miei diari pesantissimi ovunque, sempre con me. Quasi fossero la mia copertina di Linus.
(N.d.A. Per rendere l’idea basta prendere un qualsiasi adolescente di oggi è sostituire lo smartphone con penna e diario).
Ero sempre impegnatissima a scriverci descrizioni dettagliate delle mie giornate, a fare disegni, attaccare biglietti e scontrini. Quasi volessi lasciare ai posteri una mia eredità, quasi volessi in qualche modo dare testimonianza della mia vita e della sua importanza. Mi dava sicurezza perché, per una timida come me, era la possibilità immediata e tangibile di comunicare le emozioni che a 16 anni, si sa, sono forti, oscure e sconosciute e spesso fanno paura. Poco importa se alla fine comunicavo solo con me stessa tutte queste cose: scriverle era un modo per liberarle, per dar loro un nome ed un senso che fino a quando restavano imprigionate dentro me non avevano. Era come unire i puntini di un disegno nascosto e riuscire finalmente a vedere e capire di cosa si trattava. Ma soprattutto su quelle pagine scrivevo i miei sogni: ciò che speravo, desideravo, ciò che sarei stata da grande.

Poi ad un certo punto ho smesso.
Come dicevo, questi diari li ho però conservati e, poco tempo fa, sistemando degli scatoloni in mansarda, mi sono capitati fra le mani. È stato bellissimo rileggerli, rileggerMI. Ho rivissuto momenti che avevo dimenticato, in certi punti ho riso fino alle lacrime, in altri mi sono un po’ commossa.

Ed ho capito perché ad un certo punto non sono più riuscita a scrivere.

Scrivere mi obbligava a guardarmi dritto negli occhi, senza possibilità di abbassare lo sguardo o fingere di guardare in qualche altra direzione.

E questa cosa ad un certo punto ha iniziato a farmi paura, perché mi rendevo conto che la mia vita non andava come l’avevo programmata e sognata, che stavo in qualche modo infrangendo il patto fatto con quella ragazzina che passava ore e ore a scrivere sul suo diario. Era mettere nero su bianco che non stavo andando nella direzione che avevo pensato, perché lungo il percorso facevo tante, troppe, deviazioni che quasi mi allontanavano dalla meta finale. Non capivo che invece la parte più importante era proprio quella. Che mi stavo ‘perdendo’ per ritrovarmi e che se anche il traguardo mi sembrava sempre lontano, non era su di lui che mi dovevo concentrare, ma sul percorso, sul cammino.
Solo ora sono riuscita a tornare a scrivere, solo ora che non ho più paura di guardarmi dritto negli occhi, ora che non ho più paura di allontanarmi o di allungare il percorso, perché ora so, che se anche non sono arrivata in fondo, al traguardo che mi ero prefissata, se anche i miei obiettivi strada facendo sono cambiati, non significa che io abbia rinunciato ai miei sogni ed alla possibilità di realizzarli. Anzi, in questo momento i miei sogni sono più vivi che mai!
Significa solo aver capito che più del traguardo, conta la corsa.
Più che delle cose ottenute, della lotta per ottenerle.
Più che della perfezione e di un ordine inesistente, la bellissima confusione della mia vita di ogni giorno.

2 commenti

  1. Mamma al cubo

    La Smemo… quante ore passate a scrivere tutto quello che mi passava per la testa, che mi faceva battere il cuore, che mi faceva diventare verde dalla rabbia! Scritte, disegni, adesivi, foglietti… e poi un giorno di punto in bianco ho smesso, come te.
    Un anno fa ho ricominciato ed è nato il blog.
    Ti posso linkare in un post che sto scrivendo?

  2. Mamme In fuga

    Assolutamente si! Grazie mille, anzi sono molto felice che il mio post abbia riportato anche a te a galla questi ricordi: è uno dei motivi per cui mi piace scrivere, soprattutto scrivere sul blog! <3

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