Ora che ho finalmente ricominciato a scrivere e che riesco a tirar fuori e mettere in qualche modo (solo un po’!) in ordine il caos che ho dentro, mi ritrovo ad affrontare un’altra strana situazione: 

di che cosa scrivo ora?
Avere un blog ovviamente è ben altra cosa rispetto semplicemente allo scrivere su di un diario personale: ci si mette a nudo davanti a tanti altri, per lo più perfetti sconosciuti, si ammettono debolezze e insicurezze, si confidano i propri sogni…diciamo insomma che tutto ciò che ne viene fuori non sempre corrisponde all’immagine ‘mentale’ perfetta di noi che vorremmo trasmettere al resto del mondo.
Vorremmo scrivere solo cose belle e interessanti, vorremmo parlare di argomenti bellissimi e molto appassionanti: vorremmo che tutti leggendoci potessero pensare che meravigliosa persona siamo e che vita fantastica abbiamo, piuttosto che sapere che, invece, scriviamo ma non abbiamo nessuna verità profonda da comunicare, nessuna vita scintillante da raccontare.
Subentra una specie di ansia da prestazione, correndo il rischio di cadere nel solito vecchio tranello: pensare che a stabilre il valore di ciò che siamo e ciò che facciamo siano gli altri e la loro approvazione.
Ovviamente non potremmo commettere errore più grande, per quanto riguarda il blog ma anche la vita in generale: dobbiamo imparare a scrivere e ad agire per il piacere che fare queste cose dà a noi, e solo noi,  soprattutto se per noi significano così tanto. Soprattutto se ci mettiamo davvero il nostro impegno e la nostra passione. 
Però, siamo anche onesti, non si scrive su di un blog solo per se stessi, perchè altrimenti continueremmo davvero a scrivere solo sul nostro vecchio diario o al massimo ad un’amica. 
Si scrive perchè si ha voglia, bisogno, necessità di comunicare qualcosa. Si fa per desiderio di condividere la nostra personale visione del mondo, la nostra esperienza. Per sapere che anche altri provano e sentono le stesse cose che sentiamo noi, che siamo riusciti in qualche modo a dar voce anche ai loro pensieri. 
Per sapere che siamo simili, affini, meno soli.
Alla fine poco importa se a commentare il nostro post saranno in due o in duecento, quel che ci fa sentire di aver scritto davvero qualcosa di ‘importante’ è semplicemente sapere che qualcuno ha usato un po’ del suo tempo, non solo per leggere ciò che abbiamo scritto, ma ha anche trovato in ciò che abbiamo scritto UN SENSO. 
Questo alla fine è ciò che conta, secondo me, riuscire a trovare e dare un senso a ciò che abbiamo intorno, alla nostra vita quotidiana e incasinata. Scoprire che anche per altri è così e che tutti siamo alla costante ricerca di questo senso e significato.
Ecco, il bello di farlo qui è cercare (o almeno provarci!) a farlo insieme, e soprattutto a farlo in compagnia.
E poco importa se le storie che raccontiamo sono storie semplici di donne con vite normali.
E’ proprio in questo che risiede la loro bellezza e il loro immenso potere. 
Siamo persone normali ed è proprio la normalità che ci rende uniche e speciali.
La nostra storia sarà piccola e semplice, ma proprio per questo merita di essere raccontata.

” Con tutta la forza della punta di una penna ho inciso sul foglio un minuscolo segno scuro, e così la mia storia, che a un certo punto finirà, da un punto ha anche inizio. Sarà una storia fatta di poco, pochissimo, nulla: di aria. C’è chi osservando un filo d’erba ha disegnato piante e stagioni. Che cosa si potrà fare con un filo d’aria? “

 (Il poeta dell’aria, Chicca Gagliardo)